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Criptismo o mimetismo

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Criptismo o mimetismo

Criptismo o mimetismo

Tante specie animali cercano di non farsi vedere, in alcuni casi con risultati di assoluta eccellenza, sia che siano predatori che futuri pasti, il nascondersi o palesarsi mimetizzandosi, aumenta le possibilità di vivere e perpetuarsi.
 

È sorprendente come la tartaruga riesca ad imitare le caratteristiche proprie dell’ambiente in cui vive.

 

Criptismo

Con il termine criptismo o mimetismo criptico si intende quel fenomeno per cui le prede si “nascondono” ai loro predatori grazie a particolari e sofisticati attributi che le rendono difficilmente individuabili nell’ambiente circostante. I suddetti attributi possono riguardare il colore o la morfologia e, a seconda dei casi.
 
Nei Cheloni, le tartarughe, il mimetismo è una prerogativa e svolge una funzione generalmente protettiva, data l’indole lenta e pacifica di questi animali.
 
 

Mimetismo

Il mimetismo è l’imitazione, da parte di un organismo, di caratteristiche proprie dell’ambiente in cui vive, dove l’ambiente può essere rappresentato sia dalla sua componente inanimata, cioè il substrato su cui un organismo poggia, sia dalla sua componente animata, cioè altri organismi viventi.
 
Ciò che può essere imitato sono le forme, i colori, gli odori, i comportamenti ecc., in teoria qualsiasi caratteristica che gli animali sono in grado di percepire sensorialmente.
 
Perché si parli di mimetismo è necessario che siano identificati almeno tre elementi, legati tra loro da rapporti funzionali e di coevoluzione (sistema mimetico): un modello, cioè l’organismo che viene imitato, un mimo, cioè l’organismo che imita il modello, e un agente selettivo, cioè un organismo che operando nei confronti del mimo ne rende vantaggiosa l’imitazione del modello. L’imitazione mimetica è inconscia e la somiglianza fra mimo e modello è un adattamento.
 
Esistono ta le testuggini almeno due vistose eccezioni dove non si può parlare di mero criptismo ma di evoluto mimetismo: la mata-mata e la tartaruga alligatore. La prima Chelus fimbriatus vive nelle acque del bacino amazzonico, dove tende agguati a piccoli pesci che inganna camuffata in mezzo alle foglie morte del fondo: l’orlo del carapace sfrangiato, dai colori simili alle foglie decomposte, la testa appuntita e le zampe provviste di lembi di pelle fluttuanti nell’acqua, fanno di questa testuggine un invisibile predatore, capace di percepire anche in acque torbide i movimenti dei pesci che le passano attorno, grazie a particolari recettori del tatto situati intorno alla bocca. L’altra cacciatrice, la tartaruga alligatrice del Nord-America Macroclemys temmincki è un animale che può raggiungere dimensioni notevoli (anche 200 kg per 1,50 m di lunghezza), adattata alla vita sul fondo dei corsi d’acqua dolce dove caccia all’agguato mimetizzata dalle alghe che le ricoprono il carapace. Specie pesante e sedentaria, ha sviluppato una singolare tecnica di pesca che le permette di procurarsi il cibo senza spostarsi: la sua lingua è infatti fornita di un’appendice carnosa, rossa e mobile, che la tartaruga agita come un’esca davanti ai pesci, i quali, per afferrarla, finiscono dritti fra le sue fauci spalancate.

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