I bambini del Madagascar ripuliscono le spiagge dalla plastica e salvano le tartarughe marine
Oltre ad essere presidente del Tarta Club Italia, tra le altre cose, sono anche un ex velista e quindi un grande appassionato del mare, per cui stando spesso in spiaggia ho avuto la fortuna di avere fatto amicizia con tanti bambini poverissimi figli dei pescatori vicino Mahajanga, la città dei fiori in Madagascar.
Dopo alcuni anni di collaborazione con un’associazione internazionale ho deciso, assieme ad un gruppo di lavoro, di costruire un parco dedicato al recupero e conservazione delle specie endemiche.
Nel 2014 nasce l’idea di coinvolgere i bambini del villaggio per raccogliere la tantissima plastica che viene abbandonata in spiaggia e inevitabilmente finisce in mare, causando un disastro ecologico uccidendo le tartarughe marine.
Non sopporto vedere la spiaggia ed il mare martoriati da tantissima plastica
Il tutto non è iniziato come un vero e proprio lavoro ma come un sano e divertente gioco, la cui ricompensa finale erano semplicemente dei dolcetti.
Da qui ho iniziato ad acquistare dei grossi sacchi e assieme a loro, con l’aiuto di un quad, la domenica mattina con i volontari dell’associazione ed una trentina di bambini, abbiamo iniziato a trasportarli in punti di raccolta fuori dalla spiaggia.
Da un lato puliamo la spiaggia, dall’altro salvaguardiamo le tartarughe marine che scambiano questi rifiuti per meduse
I bambini adorano fare il percorso coi sacchi sul quad e la cosa è diventata presto virale nel villaggio.
Non ero più solo
Allora iniziai ad acquistare le prime T-Shirt. Dovevamo essere riconoscibili e i bambini meritavano visibilità per il loro operato. Purtroppo nonostante il nostro lavoro domenicale funzionava benissimo, iniziarono minacce e intimidazioni di tutti i generi. Tutti contro: gestori della spiaggia, bar e rivendite di ogni tipo, tutti regolarmente abusivi.
Nel 2017 l’associazione ottiene il riconoscimento dal ministero dell’Interno malgascio e viene autorizzata dal prefetto della città a continuare il proprio lavoro, purtroppo pur sempre nella mancanza totale di tutela legata alla sicurezza. E infatti oggi la spiaggia in cui c’è questa opera di bonifica dal basso è diventata la più visitata con oltre un milione di presenze.
Ho rotto le scatole a tutti i livelli per chiedere di vietare la plastica monouso che incide circa all’80% sulla plastica abbandonata. Ho scritto al Presidente della Repubblica e ai ministri, ma sembra che a nessuno importi. Eppure questo magnifico paese martoriato da incendi, avrebbe bisogno più di altri, di essere salvato. Io comunque non mollo anche a rischio della mia vita, sono un testone lo so, ma la mia coscienza non mi permette di fare finta di nulla