Testudo graeca

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Testudo graeca
testudo graeca

Classificazione scientifica

Dominio:Eukaryota
Regno:Animalia
Phylum:Chordata
Classe:Reptilia
Ordine:Testudines
Sottordine:Cryptodira
Famiglia:Testudinidae
Genere:Testudo
Specie:T. graeca
Nomenclatura binomiale:Testudo graeca
(Linnaeus, 1758)
Nomi comune:Tartaruga greca
Tartaruga moresca
Testudo graeca ssp. anamurensis
Testudo graeca ssp. antakyensis
Testudo graeca ssp. armeniaca
Testudo graeca ssp. cyrenicae
Testudo graeca ssp. flavominimaralis
Testudo graeca ssp. graeca
Testudo graeca ssp. ibera
Testudo graeca ssp. lamberti
Testudo graeca ssp. marokkensis
Testudo graeca ssp. nabeulensis
Testudo graeca ssp. nikolskii
Testudo graeca ssp. pallasi
Testudo graeca ssp. perses
Testudo graeca ssp. soussensis
Testudo graeca ssp. terrestris
Testudo graeca ssp. whitei
Testudo graeca ssp. zarudnyi

POLOLAZIONE

VITA
SCONOSCIUTOFINO A 200 ANNI
PESODIMENSIONI

La tartaruga greca è una delle cinque specie di tartaruga del Mediterraneo. Può avere un’ampia gamma di colori, tra cui nero, giallo scuro, oro e marrone. Questa tartaruga prende il nome dai motivi sul suo guscio, che hanno diversi punti colorati e i bordi di un tradizionale mosaico greco. Una tartaruga greca ha un carapace a cupola, una testa piatta con grandi occhi, grandi squame sulle zampe e forti artigli.


Curiosità per i più piccoli

  • Un altro nome per la tartaruga greca è “tartaruga dalla coscia speronata”, per la presenza di un grande tubercolo conico su ciascuna coscia.
  • Molte specie di tartarughe, inclusa questa, non sanno nuotare e devono rimanere a terra.
  • Le tartarughe greche vivono più a lungo della maggior parte delle altre specie di tartarughe esistenti. Possederne una come animale domestico comporta un’enorme responsabilità perché potenzialmente verrà tramandata per diverse generazioni.
  • Le tartarughe sono una famiglia di rettili molto antica, originaria di circa 220 milioni di anni fa. Di tutti gli animali che hanno la spina dorsale, questi sono gli unici anche con un guscio, composto da 59 – 61 ossa con placche chiamate scuti che le ricoprono, che sono costituite da cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie.
  • La tartaruga non può uscire fuori dal suo guscio perché è permanentemente attaccato alla sua colonna vertebrale e alla gabbia toracica. La parte superiore del guscio è chiamato “carapace” e la parte inferiore “piastrone”. Questi animali possono sentire dolore e pressione attraverso i loro gusci, proprio come noi possiamo sentire la pressione attraverso le nostre unghie.

Revisione delle sottospecie

Attualmente, in seguito all’evoluzione degli studi di comparazione genetica, è in atto un profondo processo di revisione della classificazione delle varie sottospecie.

Recentemente sono stati proposti importanti cambiamenti a questa classificazione. T. g. ibera e T. g. zarudnyi (che è estremamente rara) dovrebbero essere considerate come specie a sé. T. graeca terrestris non esisterebbe come entità distinta, e non sarebbe altro che una varietà di T. g. ibera. Le popolazioni della Tunisia costituirebbero una specie a sé con il nome di nabeulensis (addirittura un genere diverso, in base a differenze anatomiche della struttura ossea rispetto a T. graeca).
T. g. ibera presenta variazioni locali della morfologia piuttosto ampie, alcune delle quali sono state proposte come sottospecie. Nella Transcaucasia nord – occidentale si propone la denominazione di Testudo graeca nikolskii e nella Turchia sud – occidentale Testudo graeca anamurensis.
In complesso, è piuttosto difficile riconoscere la sottospecie di appartenenza, non solo per la confusione nella tassonomia, ma anche perché esistono numerose variazioni della colorazione, della forma e delle dimensioni dei soggetti provenienti dalle diverse località geografiche. È da tenere presente che la legislazione attualmente si riferisce solo allo schema “ufficiale” riportato sopra.


Distribuzione e habitat

Specie paleartica occidentale (il paleartico include l’Europa, l’Asia a nord dell’Himalaya, l’Africa settentrionale e la zona nord e centrale della penisola arabica)

In Europa è presente in: Italia, Grecia orientale, Spagna, Turchia europea, in alcune isole del Mar Mediterraneo e lungo le coste bulgare e romene del Mar Nero. In Asia è molto comune in Turchia (unico paese in cui è facilmente incontrabile e non a rischio), Asia Minore, Iran, fino ai confini del Pakistan. Nel Nordafrica è diffusa in Marocco, Algeria, Tunisia e Libia.

In Italia questa specie è stata introdotta in epoca storica. La sottospecie più diffusa è la Testudo graeca ibera (da Iberia un’antica regione dell’Asia anteriore, l’attuale Imerezia), anche se le continue immissioni ed incroci con esemplari di svariate sottospecie rende quasi sempre impossibile una corretta classificazione. La presenza in: Toscana, Lazio, in Liguria, Puglia, Sardegna e Sicilia sovente è riferibile a esemplari fuggiti dalla cattività. Colonie allo stato selvatico sono presenti a Pantelleria e in Sardegna. Gli esemplari sardi hanno caratteristiche intermedie tra la T. graeca graeca e la T. graeca nabeulensis della Tunisia.

Gli habitat della tartaruga greca variano molto a seconda della sottospecie ma in generale sono tipicamente mediterranei, compresi nella zona fitoclimatica del Lauretum e caratterizzati da inverni miti con precipitazioni moderate ed estati secche con temperature elevate.

L’habitat va dal livello del mare a 2700 m di altitudine, e consiste di pianure asciutte, colline cespugliose, boscaglia.

Questa specie trova rifugio e nutrimento nella vegetazione bassa cespugliosa della gariga, fra gli arbusti della macchia mediterranea e nel sottobosco fino a quota collinare temperata. In Italia gli habitat in cui sono ancora possibili dei ritrovamenti e sono presenti dei gruppi vitali sono le dune sabbiose costiere, ricche di vegetazione, le pinete costiere di pini mediterranei con sottobosco di arbusti mediterranei, le leccete e le sugherete. Occasionalmente sono stati osservati esemplari in aree destinate all’uso agricolo quali gli oliveti, gli agrumeti, i mandorleti ed i vigneti.

ContinenteEuropa, Africa, Asia
SubcontinentiNord Africa, Asia occidentale
PaesiAlbania, Algeria, Armenia, Azerbaigian, Bulgaria, Egitto, Georgia, Grecia, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Libia, Macedonia, Moldavia, Marocco, Romania, Russia, Spagna, Siria, Tunisia, Turchia, Ucraina

Caratteristiche morfologiche

  • Scaglia sopracaudale unica (raramente assente);
  • Uno, due o raramente tre speroni cornei alla base delle zampe posteriori (ad eccezione di T. g. soussensis, delle T.g. floweri. (Raramente è possibile trovare anche esempleri di altre ssp che ne sono privi);
  • Coda tozza priva di sperone corneo all’estremità (eccezione di esemplari di T. g. terrestris provenienti dalla Giordania è la presenza di un doppio astuccio corneo sulla punta della coda);
  • Presenza di una cerniera mobile sulla parte posteriore del piastrone, negli esemplari femmina (a livello della sutura tra le placche addominali e femorali);

Attenzione! L’assenza o la presenza di speroni all’estremità della coda così come nelle cosce non può essere considerata come l’unico mezzo per determinare sottospecie, specie e fenotipi.


Colorazione e pattern

La colorazione e le dimensioni delle Testudo graeca è fortemente influenzata dal loro habitat naturale, ad esempio l’altitudine e il suolo su cui vivono.

Gli esemplari che vivono ad altitudini più alte e più fredde (in altitudini superiori ai 1200 m s.l.m.) possono essere piuttosto grandi e scuri. Le maggiori dimensioni aumentano la superficie irradiata dai raggi UV e la colorazione scura ne aumenta l’assorbimento. Quelli che vivono in zone calde, invece,  tendono ad essere di colore più chiaro per respingere una maggiore quantità di raggi UV e per mimetizzarsi meglio in zone con vegetazione più rigogliosa.

Si pensa che le tartarughe greche di colore giallastro provengano dalle zone calde e sabbiose del Mediterraneo orientale, del Medio Oriente e del Nord Africa. Alcuni greci dorati sono infatti sono di colore giallo mentre altri sono più marroni o beige. Nei primi la pelle del collo può anche avere una sfumatura arancione o pesca.

In sintesi

  • Il colore del guscio può essere marrone chiaro, giallastro o aranciato/pesca
  • Alcuni non hanno segni scuri, alcuni hanno solo punti centrali sugli scuti e altri hanno segni scuri dall’aspetto più tradizionale delle tartarughe greche
  • Il colore della pelle può essere brunastro, giallastro o color pesca
  • Alcune Testudo graeca hanno una colorazione più scura, non tutte sono “gialle”

Dimensione

Tra le varie sottospecie, ma anche tra gli esemplari appartenenti a una stessa sottospecie, si riscontra un’ampia gamma di variazione delle dimensioni e della livrea del carapace che rendono spesso difficile un’identificazione certa della sottospecie. Nella T. graeca ibera, la sottospecie più diffusa in Italia, le dimensioni medie degli adulti sono di: 25 cm nelle femmine e di 16 cm nei maschi; anche se in Europa orientale sono stati osservati esemplari di 35 cm di lunghezza, dal peso di 5 kg (Beshkov 1997).


Foto


Dimorfismo sessuale

Sebbene distinguere il sesso nelle tartarughe molto giovani risulta essere cosa al quanto difficile, negli esemplari adulti invece i tratti distintivi sono ben evidenti:

  • Le femmine possono crescere il doppio dei maschi
  • Le femmine adulte hanno piastroni piatti, i maschi leggermente concavi
  • I maschi adulti hanno la coda più lunga

Altri tratti distintivi

  • La posizione dell’apertura cloacale. Nelle femmine, l’apertura della coda è più vicina al corpo. Nei maschi, l’apertura non è così vicina al corpo ma più in basso lungo la coda.
  • Le femmine hanno un’articolazione del piastrone mobile che consente all’ultima parte del piastrone di aprirsi un pò per la deposizione delle uova.

Tratti forvianti

Come nelle altre specie di tartarughe, l’angolo degli scudi anali è più ampio nei maschi e più stretto nelle femmine con un’apertura più rotonda per consentire il passaggio delle uova. Ma gli allevatori con l’esperienza raccontano che questo è un tratto assolutamente forviante in quanto può cambiare da individuo a individuo.


Riproduzione e deposizione

Comportamento

Con il risveglio inizia il corteggiamento da parte del maschio con un rituale che prevede inseguimenti, morsi e colpi di carapace alla femmina. Il maschio di T. graeca è molto aggressivo e se ne consiglia la separazione dalla femmina e dagli altri maschi al di fuori dell’accoppiamento. Il maschio monta sul dorso della femmina per la copula che avviene con l’estroflessione del pene contenuto nella grossa coda e in questa occasione emette l’unico verso udibile di questi rettili per il resto muti. La femmina può arrivare fino a 4 anni di anfigonia ritardata, conservando lo sperma in un apposito organo, la spermateca, all’interno dell’ovidutto.

Si conoscono poche informazioni sul comportamento di accoppiamento delle tartarughe greche. Generalmente, le tartarughe mostrano sistemi di accoppiamento poligami (da un maschio a molte femmine) o poliandri (da una femmina a molti maschi). Subito dopo il risveglio dal letargo, l’istinto di accoppiamento della tartaruga si avvia. I maschi seguono le femmine e le circuiscono, speronandole e mordendo loro le membra. Le tartarughe greche nordafricane si accoppiano da aprile a maggio, e poi di nuovo in autunno, anche se questo varia notevolmente, in base alla località e all’altitudine.

Raggiungono la maturità sessuale intorno ai 10 anni. Le Testudo sono ovipare, le deposizioni avvengono in buche scavate dalla femmina nel terreno con le zampe posteriori. Le femmine di T. graeca depongono anche tre volte, da maggio a luglio, un numero variabile di uova, generalmente in proporzione alla taglia dell’esemplare e alla specifica sottospecie (in media da una a sette). Il tempo di incubazione va dai 2 ai 3 mesi circa. Il sesso, come per altre specie, dipende dalla temperatura di incubazione. Con temperatura di incubazione inferiore ai 31,5 °C si avrà una preponderanza di esemplari maschi, con temperatura superiore ai 31,5 °C in maggioranza femmine. Giunto il momento della schiusa, spesso agevolata da una giornata di pioggia, il tartarughino per rompere il guscio si avvale del cosiddetto “dente dell’uovo”, un tubercolo corneo posto tra le narici e la mascella superiore destinato a sparire in pochi giorni. La fuoriuscita dall’uovo dura anche 48 ore e in questo arco di tempo viene assorbito totalmente il sacco vitellino.

  • Principali caratteristiche riproduttive:
    iteroparo; gonocorico/gonocoristico/dioico (sessi separati); poligamo; poliginandro; oviparo; immagazzinamento di sperma
Stagione riproduttivaPopolazioni nordafricane: aprile – maggio, e ancora in autunno; Tartarughe eurasiatiche e mediorientali: maggio o giugno
Incubazione55-90 giorni
Deposizione1-7 uova

Abitudini e stile di vita

Stile di vita

Esistono molte sottospecie di tartarughe greche e alcune sono molto diverse tra loro. Ad esempio, quelli che vivono in climi più freddi vanno in letargo nei periodi più freschi dell’anno, mentre altri non vanno in letargo e preferiscono le zone più calde perché le temperature fredde non sono buone per loro. Questi animali sono terrestri e si trovano in aree con bassa umidità e climi secchi. A volte rimangono in una tana durante le ore più calde della giornata, ma per il resto sono diurne. Iniziano la giornata crogiolandosi sulle rocce, con le gambe e la testa distese completamente.

  • Comportamenti chiave:
    diurno; terrestre; solitario; sedentario; non migra; pascolare; tane; ibernazione

Dieta e nutrizione

In natura principalmente erbivoro, ma opportunista come tutte le tartarughe. Occasionalmente può mangiare, ecrementi di altri animali, insetti e larve.

In cattività, esclusivamente erbe e verdure con alto rapporto calcio/fosforo (min 2:1)

Cosa dare: tutti i cibi ricchi di fibre a basso contenuto proteico e a basso contenuto di grassi come erbacce, erbe, foglie, fiori, pale di opuntia, insalata essiccata, ecc. Frutta con parsimonia. Verdure del supermercato solo come scelta secondaria; ad es. cicoria, indivia, scarola, radicchio.

Cosa non dare: proteine ​​animali, cibo per cani o gatti.

Supplementi: osso di seppia o polvere di carbonato di calcio (con Vit D3) nel recinto per l’autoregolazione del calcio, indipendentemente dal regime di alimentazione.

Acqua: tenere una ciotola piatta per l’acqua potabile nel recinto. Fai frequenti bagni per aiutare l’idratazione (baby tutti i giorni e adulti 1-2 volte a settimana).


Letargo

Ogni sottospecie di Testudo graeca ha modalità di letargo differenziati e in alcuni casi vanno in estivazione nella stagione calda. Le sottospecie acclimatate alle nostre latitudini in autunno, al calare delle temperature smettono di alimentarsi, anche per più di 20 giorni, per poter svuotare completamente l’intestino da residui di cibo. Diventano sempre più apatiche e, verso novembre o dicembre a seconda della latitudine, iniziano ad interrarsi o a ripararsi in luoghi protetti e cadono in letargo. In natura gli esemplari si interrano anche di 10-20 centimetri. La temperatura ideale di letargo, calcolata nel luogo di interramento è di 5 °C, superiori ai 10 °C le inducono in uno stato di dormiveglia pericoloso per l’esaurimento delle scorte di grasso necessarie a superare l’inverno.

Il letargo è una fase metabolica assolutamente necessaria per questa specie, va impedito solo in caso di malattia o debilitazione. La principale causa di morte, nel caso di esemplari tenuti a svernare all’interno di abitazioni da allevatori improvvisati è proprio la temperatura, che si presenta troppo alta per consentire il letargo e troppo bassa per consentire di continuare ad alimentarsi. In queste situazioni se si vorrà tenerlo attivo, l’esemplare andrà collocato in un terrario riscaldato con un punto caldo sui 28 °C ed un punto fresco e ombreggiato sui 18 °C, con un substrato di 5 cm circa composto da un 40% di torba bionda di sfagno, un 40% di terriccio naturale privo di concimi e fitofarmaci ed un 20% di sabbia di fiume. Essenziale è una lampada UVB specifica per rettili necessaria per la sintesi della vitamina D occorrente per fissare il calcio. Se si opta per un letargo controllato la testuggine andrà posta in un contenitore protetto dai roditori con una rete metallica, ricolmo del medesimo substrato del terrario. Il contenitore andrà collocato in un locale buio con temperature tra i 4 °C e gli 8 °C e una sufficiente umidità ambientale, 70% UR. Il risveglio avviene generalmente nel mese di marzo ed è legato al rialzarsi delle temperature diurne.


Popolazione

STATO CONSERVAZIONE: VULNERABILE

ULTIMA VALUTAZIONE
1 agosto 1993

AMBITO DI VALUTAZIONE
Globale

ANDAMENTO DELLA POPOLAZIONE
Decrescente


Minacce

Le tartarughe greche sono minacciate dal commercio illegale di animali domestici e dal degrado e dalla perdita dell’habitat, principalmente a causa del pascolo eccessivo del bestiame.


Legislazione Cites

Inserita in Red List, come tutti i rettili del genere Testudo, la T. graeca è protetta dalla Convenzione di Berna allegato II, inclusa nella Convenzione di Washington, C.I.T.E.S. appendice II dal 01/07/75 e in allegato A (reg (CE) 1332/2005) della Comunità Europea, per cui è assolutamente vietato il prelievo in natura e regolamentato l’allevamento e il commercio degli esemplari in cattività. In Italia i compiti di sorveglianza e di gestione delle norme applicative delle convenzioni internazionali per la tutela delle specie animali sono di competenza del Corpo Forestale dello Stato.


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